La festa delle donne risale ai primi anni del Novecento in occasione dei vari avvenimenti accaduti nel corso del secolo. Il primo evento importante fu il VII Congresso della II Internazionale socialista svoltosi a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907, dove vennero trattati molti temi, come il colonialismo ma anche la questione femminile e la rivendicazione del voto alle donne.
Nel secondo dopoguerra, iniziarono a circolare diverse versioni riguardo questa ricorrenza; molti misero al centro la tragedia accaduta nel 1908 nell’industria tessile Cotton di New York, luogo in cui morirono molte donne, evento, probabilmente confuso con una tragedia avvenuta realmente nella stessa città il 25 marzo 1911, nella fabbrica di Triangle, dove morirono 123 donne e 23 uomini (in gran parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica).
Nel 1972, con la risoluzione 3010 del 18 dicembre, ricordando i 25 anni trascorsi dalla prima sessione della Commissione sulla condizione delle Donne, l’ONU proclamò il 1975 “Anno Internazionale delle Donne.

In Italia
La prima Festa della Donna fu organizzata il 12 marzo 1922 dal Partito Comunista. Sarà durante il ventennio fascista che la celebrazione ebbe una valenza più politica che legata ai diritti delle donne. Nel 1945, l’8 marzo, il nostro Paese celebrò la prima Festa della Donna nelle zone dell’Italia libera e lo stesso anno le donne conquistarono il diritto di voto. Nello stesso anno, UDI scelse come simbolo della festa la mimosa, simbolo di vicinanza e di solidarietà tra le donne.

 

  • Giovan Battista Marino – “Donna che si pettina”

Onde dorate, e l’onde eran capelli,
navicella d’avorio un dì fendea;
una man pur d’avorio la reggea
per questi errori preziosi e quelli;

e, mentre i flutti tremolanti e belli
con drittissimo solco dividea,
l’òr delle rotte fila Amor cogliea,
per formarne catene a’ suoi rubelli.

Per l’aureo mar, che rincrespando apria
il procelloso suo biondo tesoro,
agitato il mio core a morte gìa.

Ricco naufragio, in cui sommerso io moro,
poich’almen fur, ne la tempesta mia,
di diamante lo scoglio e ‘l golfo d’oro!

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