Poesie per Camillo Sbarbaro
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Caffè a RapalloNatale nel tepidariolustrante, truccato dai fumiche svolgono tazze, velatotremore di lumi oltre i chiusicristalli, profili di femminenel grigio, tra lampi di gemmee screzi di sete…Son giuntea queste native tue spiagge,le nuove Sirene!; e qui manchiCamillo, amico, tu storicodi cupidige e di brividi.S’ode grande frastuono nella via.E’ passata di fuoril’indicibile musicadelle trombe di lamae dei piattini arguti dei fanciulli:è passata la musica innocente.Un mondo gnomo ne andavacon strepere di muletti e di carriole,tra un lagno di montonidi cartapesta e un bagliaredi sciabole fasciate di stagnole.Passarono i Generalicon le feluche di cartonee impugnavano aste di torroni;poi furono i gregaricon moccoli e lampioni,e le tinnanti scatolech’ànno il suono più trito,tenue rivo che incantal’animo dubitoso:(meraviglioso udivo).L’orda passò col rumored’una zampante greggiache il tuono recente impaura.L’accolse la pasturache per noi più non verdeggia
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EpigrammaSbarbaro, estroso fanciullo, piega versicoloricarte e ne trae navicelle che affida alla fanghigliamobile d’un rigagno; vedile andarsene fuori.Sii preveggente per lui, tu galantuomo che passi:col tuo bastone raggiungi la delicata flottiglia,che non si perda; guidala a un porticello di sassi.