Altri versi

  • Vento e bandiere
    La folata che alzò l’amaro aroma
    del mare alle spirali delle valli,
    e t’investì, ti scompigliò la chioma,
    groviglio breve contro il cielo pallido;
    la raffica che t’incollò la veste
    e ti modulò rapida a sua imagine,
    com’è tornata, te lontana, a queste
    pietre che sporge il monte alla voragine;
    e come spenta la furia briaca
    ritrova ora il giardino il sommesso alito
    che ti cullò, riversa sull’amaca,
    tra gli alberi, ne’ tuoi voli senz’ali.
    Ahimè, non mai due volte configura
    il tempo in egual modo i grani! E scampo
    n’è: ché, se accada, insieme alla natura
    la nostra fiaba brucerà in un lampo.
    Sgorgo che non s’addoppia, – ed or fa vivo
    un gruppo di abitati che distesi
    allo sguardo sul fianco d’un declivo
    si parano di gale e di palvesi.
    Il mondo esiste… Uno stupore arresta
    il cuore che ai vaganti incubi cede,
    messaggeri del vespero: e non crede
    che gli uomini affamati hanno una festa.

 

  • “Fuscello teso dal muro”
    Fuscello teso dal muro
    sì come l’indice d’una
    meridiana che scande la carriera
    del sole e la mia, breve;
    in una additi i crepuscoli
    e alleghi sul tonaco
    che imbeve la luce d’accesi
    riflessi – e t’attedia la ruota
    che in ombra sul piano dispieghi,
    t’è noja infinita la volta
    che stacca da te una smarrita
    sembianza come di fumo
    e grava con l’infittita
    sua cupola mai dissolta.
    Ma tu non adombri stamane
    più il tuo sostegno ed un velo
    che nella notte hai strappato
    a un’orda invisibile pende
    dalla tua cima e risplende
    ai primi raggi. Laggiù,
    dove la piana si scopre
    del mare, un trealberi carico
    di ciurma e di preda reclina
    il bordo a uno spiro, e via scivola.
    Chi è in alto e s’affaccia s’avvede
    che brilla la tolda e il timone
    nell’acqua non scava una traccia.

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