In limine

  • In limine
    Godi se il vento ch’entra nel pomario
    vi rimena l’ondata della vita:
    qui dove affonda un morto
    viluppo di memorie
    orto non era, ma reliquiario.
     
    Il frullo che tu senti non è un volo,
    ma il commuoversi dell’eterno grembo;
    vedi che si trasforma questo lembo
    di terra solitario in un crogiuolo.
     
    Un rovello è di qua dall’erto muro.
    Se procedi t’imbatti
    tu forse nel fantasma che ti salva:
    si compongono qui le storie, gli atti
    scancellati pel giuoco del futuro.
     
    Cerca una maglia rotta nella rete
    che ci stringe, tu balza fuori, fuggi!
    Va, per te l’ho pregato, – ora la sete
    mi sarà lieve, meno acre la ruggine…
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